Stimolare le risorse insite in ogni persona affinché ciascuno, pur nella sua diversità, si senta portatore di un valore intrinseco è la proposta che la Biodanza attua attraverso la stimolazione di esperienze vissute a partire dalla musica, dal movimento corporeo e da situazioni d’incontro di gruppo. Queste esperienze “vissute” sono inserite in un Modello Teorico operativo creato dal prof. Rolando Toro e collaudato in oltre 45 anni di attività che offre struttura e significato al metodo. Lo scopo di queste esperienze è quello di intensificare la percezione di sé e dell’altro e di promuovere il benessere individuale e relazionale. Biodanza, infatti, possiede questa duplice valenza: rafforzare le individualità, valorizzando le differenze e, allo stesso tempo, fortificare il senso di appartenenza ripristinando la capacità di formare legami con gli altri membri del gruppo.

Su tali basi è stato realizzato un progetto di Biodanza con i disabili del centro diurno della Cooperativa Futura di Nave condotto dalla pedagogista Isabella Casadio e dallo psicologo Marcelo Mur, entrambi insegnanti con ampia esperienza di Biodanza. Questa iniziativa, promossa dal presidente della Cooperativa Benito Giacobbi e dalla coordinatrice Tiziana Manigrasso, ha dato ottimi risultati nell’arricchire la qualità dei movimenti dei ragazzi, nell’innalzare il tono del loro umore, nel favorire la reciprocità della comunicazione affettiva, nel rinforzare la loro identità e, al contempo, nel promuovere l’integrazione del gruppo sia tra i disabili sia tra disabili e operatori. Le testimonianze degli educatori riferiscono, infatti, di come sia stata grandemente agevolata la loro possibilità di entrare in un contatto più significativo con i ragazzi, facendo sentire a tutti il piacere di stare insieme, rendendo il gruppo più compatto e fonte di gioia e offrendo a ciascuno l’occasione di prendersi uno spazio proprio di espressione.

La proposta di Biodanza è un ottimo strumento educativo per i disabili: chi ha grosse difficoltà motorie e verbali riesce comunque a manifestarsi attraverso i canali innati quali l’espressione naturale e spontanea del corpo, del volto e della voce.

A livello metodologico, inoltre, l’attuazione di stimoli ripetuti con qualità emozionale ha permesso ancor di più di incoraggiare la partecipazione dei ragazzi e favorire in loro l’apprendimento e la stabilizzazione di nuovi movimenti e di nuove tendenze comportamentali. In questo modo, la Biodanza diventa un bagaglio personale con funzioni di aiuto, di cura, d’integrazione di gruppo. L’Associazione Biodanza Brescia realizza da anni progetti sul territorio con finalità educative e formative ai bambini, agli anziani, ai disabili, alle persone con disagio mentale, alle donne operate di tumore al seno, agli operatori sanitari e infermieristici come prevenzione del burn out presso le strutture ospedaliere.

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