Sempre più bambini alla Scuola che mette “la vita al centro”

Sono ormai più di cento i bambini che ogni giorno frequentano la scuola parentale e biocentrica “La Vita al Centro”, un complesso immerso nel verde che ospita micronido, giardino d’infanzia, elementari e medie. Un progetto che testimonia che «un’educazione diversa è possibile». Ce lo racconta la sua fondatrice, Tiziana Coda-Zabet, intervistatata da Lorena Di Maria su ItaliaCheCambia.

 

Le fiabe che preferivo da bambina erano quelle ambientate nella natura. Boschi incantati e creature magiche erano i protagonisti di un mondo avvincente e avventuroso, a metà fra realtà e magia. Mai più avrei pensato di rivivere quelle sensazioni fino a quando siamo andati a conoscere il progetto della scuola “La vita al Centro“, che ha risvegliato in me quelle sensazioni da lungo tempo assopite.

E proprio qui, sulla collina torinese a due passi dalla città, la scuola nasce dal sogno di un’associazione culturale di educatori e genitori che vogliono dimostrare che un nuovo tipo di educazione, basato sulla curiosità, l’affettività e la consapevolezza, è possibile.

Questo è un luogo dove la vita viene celebrata ogni giorno, dove la natura e le sue creature si trasformano in sagge insegnanti, dove il tempo è vissuto come un dono prezioso da custodire e condividere e dove l’esperienza è la lezione più grande da cui apprendere.

Giunti a destinazione ci accorgiamo che qui tutto è scuola: dalle classi al giardino coi giochi, dall’enorme parco verdeggiante al bosco limitrofo. Incontriamo Tiziana Coda-Zabet, fondatrice del progetto. Come ci racconta nel video, all’inizio la scuola contava soltanto tre bambini, che ora hanno raggiunto il centinaio.

«Non ci aspettavamo una risposta del genere e questo dimostra che c’è una forte ricerca da parte dei genitori di un’educazione diversa». Per questo motivo nasce la scuola parentale, dal desiderio comune dei genitori di offrire un’educazione alternativa ai propri figli. E mentre Tiziana ci parla, siamo circondati da bambini e bambine che incuriositi ascoltano la nostra intervista, come il miglior pubblico che si possa desiderare, mentre i loro compagni corrono liberi coprendo quasi completamente le nostre voci con le loro risate e gioia di vivere.

Come ci racconta Tiziana, si tratta di un’esperienza simile all’home schooling ma, in questo caso, i genitori scelgono una struttura e degli accompagnatori per la crescita dei loro figli. Al termine di ogni anno viene effettuato un esame finale monitorando il percorso di apprendimento e fornendo regolarmente ai bambini e alle bambine le certificazioni. La Cooperativa “La Rete della Vita al Centro” qui gestisce tutte le attività didattiche: dal micronido, alla materna, alle elementari, ad una classe di medie.

Uno degli elementi fondanti della scuola è che si basa su un’educazione biocentrica. Come ci spiega Tiziana, si tratta di una visione che vede l’uomo abitante del pianeta alla stessa stregua di ogni altra forma vivente e quindi è tenuto a rispettarla e vivere in armonia con essa.
Non si tratta quindi di un’educazione individualista ma di un’educazione alla socialità che supera la visione antropocentrica che è stata alla base delle metodologie pedagogiche occidentali degli ultimi secoli. Formulata dallo psicologo cileno Rolando Toro Araneda, fondatore della biodanza, insegna che tutti gli esseri viventi, nessuno escluso, appartengono ad un’unica grande “rete della vita”.

All’interno della scuola la biodanza è materia curricolare: «Praticandola, conduce bambini e bambine a conoscere meglio se stessi, a entrare in relazione armoniosa con ciò che li circonda e con le proprie emozioni e ad esprimere ciò che sentono». E durante le lezioni non mancano momenti in cui grandi e piccoli praticano la biodanza insieme, facendo ciò che vi è di più bello: prendersi cura reciprocamente.

La presenza della natura diventa l’habitat perfetto dove crescere: qui si è liberi di poter sbagliare e di imparare dalle proprie esperienze. Ma non solo. Durante le lezioni si fa ogni giorno amicizia con l’ambiente circostante. «Entrando nel parco i bambini hanno individuato due grandi querce, che per loro sono le guardiane del bosco. Sotto alle chiome degli alberi suoniamo i djembe, facciamo poesia guardandoci negli occhi» ci spiega Tiziana nel video. «Insegniamo che il bosco cambia a seconda delle stagioni, invitiamo bambini e bambine all’osservazione della natura che si trasforma ogni giorno, stimolandoli ad attivare i sensi perché sono proprio i nostri sensi la porta che permette al mondo di entrare dentro di noi».

Oggi la scuola conta una ventina di insegnanti ed educatori. Oltre alle lezioni si svolgono laboratori creativi come storytelling, yoga, circo e teatro. «Quest’anno abbiamo anche introdotto nelle nostre lezioni la permacultura. Abbiamo costruito insieme ai bambini una compostiera per mostrare loro il valore degli avanzi di cucina e il fatto che in natura non c’è mai spreco».

L’alimentazione, poi, è parte integrante dell’apprendimento. L’istituto ha scelto di seguire una linea vegetariana e biologica aderendo a un Gas, con alimenti sani e naturali, forniti dai piccoli produttori locali.

Tiziana ci spiega che l’obiettivo ora è diventare una scuola aperta a tutti. Per coloro che hanno difficoltà economica sono possibili delle rette agevolate che vengono scambiate con lavoro, cercando di renderla accessibile a chiunque. Diversi genitori, in questo modo, danno il loro contributo in attività che sono molto importanti per la sopravvivenza del progetto.
«Per noi il valore del singolo è fondamentale. All’interno della scuola conosciamo uno ad uno tutti i bambini e le bambine, li vediamo crescere, evolvere, ci confrontiamo sui problemi che possono attraversare nelle loro vite, cerchiamo, come adulti, di essere sempre presenti ma non sostituendoci mai a loro».

In compagnia di Tiziana il tempo è volato ma ci soffermiamo ancora un attimo per farci raccontare quella che per lei è la sua più grande vittoria. «Per noi è una grande vittoria il fatto che alle nostre riunioni partecipino insegnanti delle scuole statali. Questo significa che è in atto una contaminazione positiva che si sta trasformando in un’influenza reciproca, proprio come è avvenuto con la scuola nella quale abbiamo svolto per diversi anni l’esame finale e che ora si è trasformata in una “scuola senza zaino”.

La vita al centro è per noi uno studio continuo. Il nostro sogno è portare un nuovo metodo nelle scuole, esportando la visione biocentrica che qui sperimentiamo e trasformandola in uno strumento positivo per la crescita di tutti i bambini».