La donna, in particolare, che deve destreggiarsi nel doppio ruolo lavorativo dentro e fuori casa, è più soggetta a vite frammentate e stressanti. A questo si aggiunge che, nella maggioranza delle donne, forte è la tendenza alla cura degli altri; debole o inesistente la cura di sé. I secolari condizionamenti culturali che hanno legato la donna a tutto ciò che concerne la vita emotiva e affettiva, così come al lavoro all’interno della famiglia e quindi alla maternità, alla relazione e all’aver cura degli altri, hanno portato le donne a “non esistere per se stesse” e a dover rinforzare doti quali pazienza, modestia, premura e devozione, indispensabili per imparare a cogliere i bisogni altrui.
A maggior ragione in una realtà sempre più frenetica, dove il doppio lavoro fuori e dentro casa risucchia ogni energia, nasce quanto mai urgente il bisogno di offrire spazi perché le donne possano legittimarsi un tempo “quieto” in cui dedicarsi a sé stesse e aver cura di sé, a partire dal proprio corpo e dalle proprie emozioni, in modo da recuperare la capacità di ritrovarsi, di rispettarsi, di ricaricarsi, di tutelare il proprio benessere e una più che soddisfacente qualità di vita.
Obiettivi possibili del percorso di Biodanza
- Imparare a prendersi cura di sé nella prospettiva dell’unicità della persona, nelle sue dimensioni corporea, affettiva, relazionale. Si tratta di richiamare a uno spazio per sé in cui prendersi cura come accompagnamento verso la capacità di ritrovarsi, di accettarsi, di valorizzarsi, di amarsi.
- Vivere il proprio corpo: la cura di sé può nascere attraverso il risveglio della sensibilità del corpo, come finestra che si apre sul mondo interiore ed esteriore e facilita il dialogo con se stesse, con le altre e con la realtà circostante.
- Piacere per piacersi: ritrovare un corpo che sente e ascoltare vissuti corporei piacevoli sono il primo passo per riconciliarsi col proprio corpo, rispettandolo e accettandolo. La possibilità di piacersi, così come si è, diventa preludio indispensabile per piacere agli altri..
- Rinforzo dell’identità femminile: riconoscere e agire sulla parte vitale di ogni donna, lavorare sulla qualifica della persona, sulla possibilità di riconoscersi e di accettarsi, sul rinforzo dell’autostima e sulla capacità di vincolo affettivo. Attraverso il contatto con se stesse, con i propri vissuti e con la loro espressione adeguata si facilita la connessione con i propri bisogni e desideri, per ritrovare a essere ciò che si è e diventare ciò che si desidera, al di là dei diktat imperanti della società.
- Riequilibrare la cura di sé e la cura degli altri: questo richiamo alla cura di sé, in cui riconoscere il diritto a prendersi cura in primo luogo di sé, non esclude ma comprende la cura degli altri, e costituisce un percorso in cui si dispiegano strategie e modalità d’intervento che sappiano tener conto delle identità di genere e che abbiano premura di facilitare il compimento al divenire autentico di ognuno.
- Sentirsi parte di una comunità di donne: esprimersi e condividere all’interno di un gruppo di donne, consente di sperimentare un contesto creativo e affettivo di “sorellanza”, così poco frequente nella quotidianità.
Metodologia
L’approccio metodologico prevede di agire contemporaneamente sulle dimensioni corporea, emotiva e relazionale della persona, utilizzando strumenti specifici quali la musica, il movimento, il gruppo (Biodanza) e la scrittura riflessiva.
La Biodanza è un sistema di integrazione umana che consente a ciascun individuo
- l’integrazione a sé attraverso il riscatto dell’unità psico-fisica
- l’integrazione all’altro grazie alla percezione dell’altro come simile
- l’integrazione al tutto attraverso la consapevolezza di essere parte dell’ambiente.
La metodologia consiste nello stimolare esperienze vissute di pienezza, piacere, rinnovamento, sicurezza e serenità attraverso:
- la musica, un linguaggio universale che può raggiungere tutti perché comunica emozioni. Ogni musica utilizzata viene scelta secondo precisi criteri di semantica musicale.
- il movimento naturale che esprime contenuti emozionali. Da questo punto di vista ogni nostro movimento può diventare danza quando pieno di significato.
- le situazioni di incontro in gruppo. Il gruppo in Biodanza funge da contenitore protettivo per ciascuno dei partecipanti e offre possibilità diversificate di comunicazione con esercizi individuali, in coppia, in piccoli gruppi o coinvolgendo l’intero gruppo.
È stata creata negli anni ‘60 dal prof. Rolando Toro, psicologo e antropologo cileno, in seguito alle ricerche sugli effetti congiunti della musica e del movimento sul benessere della persona.
Biodanza favorisce l’espressione e lo sviluppo delle più qualificanti qualità umane. Tutti possono praticarla e tutti possono ottenere benefici.
Presentazione “Race for the cure” – 17 Ottobre 2015 ore 10
Con le operatrici del coordinamento: Alessandra, Isabella, Jamile, Lidia, Nicoletta